Le giurie di Libro Aperto Festival: Un omaggio ad Italo Calvino
Angela Albarano, ideatrice e direttrice artistica di Libro Aperto Festival, omaggia Italo Calvino in occasione del centenario della sua nascita: nella II edizione del festival ogni giuria prenderà il nome da una delle “città invisibili".
Così come nell’opera i racconti dell’esploratore Marco Polo riescono a trasportare l'imperatore dei Tartari Kublai Khan in terre lontane e inesplorate, allo stesso modo si auspica che le letture proposte e il confronto che attende autori e ragazzi possano essere occasione di scoperta e sana evasione.
Tra le opere di Calvino, Libro Aperto Festival sceglie di rifarsi proprio a Le città invisibili, atlante dei mondi possibili che si aprono all’immaginazione.
GIURIA ZAIRA (7-10 anni)
Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so che già sarebbe come non dirti nulla.
Tra le città della memoria, Zaira è una delle più inafferrabili: Marco Polo la descrive lasciando ampio spazio alle speculazioni dell’Imperatore. Si erge così a simbolo di un’infanzia misteriosa e indicibile, che da un solo arco e una rampa di scale sa costruire un castello, con la sola inesauribile forza dell’immaginazione.
GIURIA ZENOBIA (11-13 anni)
Quale bisogno o comandamento o desiderio abbia spinto i fondatori di Zenobia a dare questa forma alla loro città, non si ricorda […] Ma quel che è certo è che chi abita a Zenobia e gli si chiede di descrivere come lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e di nastri.
Per l’età dei mutamenti, Zenobia: città felice che si interroga sul suo stato. Questi gli anni della formazione di una più autonoma identità, dell’incontro non mediato con i pari e dunque del nascere delle prime riflessioni, dei primi interrogativi su se stessi e il mondo che si abita.
GIURIA ZOE (SPORT, 11-13 anni)
L’uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà [...] Il viaggiatore gira gira e non ha che dubbi: non riuscendo a distinguere i punti della città, anche i punti che egli tiene distinti nella mente gli si mescolano. Ne inferisce questo: se l’esistenza in tutti i suoi momenti è tutta se stessa, la città di Zoe è il luogo dell’esistenza indivisibile.
Zoe è descritta in movimento, attraverso gli occhi di un viaggiatore nella cui visuale ogni punto fermo si mescola. Per la giuria dedicata allo sport, dunque, un tributo al movimento come metafora di un’esistenza ed esperienza sempre dinamica, ma mai confusa, all’apparente disordine che non è che frutto di uno sguardo attivo e scattante, pronto a cogliere una realtà in continuo cambiamento.
GIURIA ZOBEIDE (14-19 anni)
Questo si racconta della sua fondazione: uomini di nazioni diverse ebbero un sogno uguale [...] Dopo il sogno andarono cercando quella città; non la trovarono ma si trovarono tra loro; decisero di costruire una città come nel sogno.
Città che nasce da un sogno, Zobeide rappresenta la nascita del pensiero astratto dell’adolescenza: il momento in cui nascono si formano i primi ideali, e sodalizi coi pari come amici ma anche compagni. Gli anni dei primi dissensi e delle prime lotte, in cui il sogno smette di essere fantasia e diventa utopia da costruire insieme.
GIURIA ZORA (POESIA)
Zora ha la proprietà di restare nella memoria punto per punto […] Il suo segreto è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale nella quale non si può cambiare o spostare una sola nota [...] Questa città che non si cancella dalla mente è come un’armatura o reticolo nelle cui caselle ognuno può disporre le cose che vuole ricordare.
Infine, Zora: città persistente nella memoria, indivisibile nella sua composizione, eppure reticolo che, nel ricordo, si apre a intrecci sempre nuovi. Come non pensare all’essenzialità della composizione poetica, dove ogni elemento è essenziale, preciso e insostituibile, eppure evocativo di significati inediti e personali; dove il ritmo serrato lascia sempre in qualche modo spazio al respiro di ognuno.
Con questo omaggio, Libro Aperto Festival vuole non solo ricordare Italo Calvino, ma soprattutto ribadire l’anima che pervade questa e la sua opera tutta: l’immaginazione come risorsa e motore di cambiamento.